Il dollaro era ed è tuttora la valuta più stabile e sicura del pianeta, un titolo di stato che non stacca cedole ma che assicura comunque valore immediato a chi ne dispone. Per questo motivo, al di là dello shutdown e del tetto del debito più o meno innalzabile, il biglietto verde rappresenta sempre un punto di riferimento per l’a finanzia mondiale. Ma non è sempre stato così.
Nato oltre 200 anni fa, il dollaro ha visto il predominio sulla scena mondiale solo dopo la seconda guerra mondiale, quando si è affermata come potenza vincitrice e come traino per l’orizzonte internazionale distrutto da anni di conflitto, di perdite economiche di fluttuazioni e inflazione senza controllo. Un traguardo di breve durata però perchè già nei primi anni ’60 complici i continui conflitti nella zona del sud est asiatico (Vietnam e Corea fra tutti), le finanze pubbliche della nazione erano in costante stress.
Il dollaro inizia a perdere terreno anche sulla corsa del Giappone e della Germania le due nazioni che, paradossalmente, sono uscite perdenti dal conflitto e che a poco più di quindici anni di distanza sono state in grado i colmare il gap che le divideva dal resto del mondo. In particolare la Germania ha compiuto un miracolo doppio visto che era uscita perdente anche dal Primo conflitto mondiale. Miracolo che diventerà triplo con l’annessione della Germania Est nel 1992, zona economicamente repressa e che, nonostante ciò, non renderà la Germania meno competitiva durante gli anni attuali, quelli dell’euro dove è ancora Berlino a trainare il continente. Tornando al dollaro, invece,
nel 1971 il presidente Nixon, optà per l’annullamento della convertibilità del dollaro in oro, rafforzando di fatto marco e yen e portando alla prima svalutazione particolarmente forte del dollaro. Nel giro di tre anni il dollaro crollò di fatto sotto il peso di una serie di svalutazioni che resero altre monete, invece più stabili, con l’abbandono, di fatto del gold standard grazie al quale le valute possono essere cambiate in oro. Una debolezza che invece cambiò proprio all’inizio delgli anni ’80 con la presidenza Reagan e l’aumento dei tassi di interesse, l’antitesi di ciò che la Federal Reserve sta facendo oggi.